L’economia sudcoreana torna a crescere nel terzo trimestre 2020, per la prima volta dall’inizio della pandemia. Secondo i dati resi pubblici dalla Bank of Korea la ripresa è dovuta alle ottime performance delle esportazioni. La Bank of Korea rimane tuttavia cauta in merito al futuro a causa del cambio di amministrazione negli Stati Uniti e dell’evolversi della seconda ondata di Covid19.
Tra luglio e settembre il PIL della Corea del Sud è cresciuto dell’1,9% rispetto al trimestre precedente, il dato migliore dal 2010. Nei due trimestri precedenti, invece, l’economia sudcoreana aveva subito contrazioni dell’1,3% e del 3,2%. Il secondo trimestre 2020, in particolare, era stato il peggiore in termini di prestazioni economiche dalla fine del 2008, nel pieno della crisi finanziaria globale. L’inversione di tendenza è dovuta principalmente all’export, che nel terzo trimestre ha segnato un consistente aumento del 15,6% grazie alla richiesta estera di semiconduttori “made in Korea”.
Le esportazioni sudcoreane di Kimchi sono aumentate sensibilmente nei primi 11 mesi dell’anno grazie alla sua crescente popolarità globale.
Il valore delle esportazioni raggiunge i 132 milioni di dollari nel periodo gennaio-novembre, già superando il totale dello scorso anno, secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Dogane sudcoreana.
Il Kimchi è un contorno tradizionale coreano a base di cavolo fermentato, e viene consumato dai coreani con quasi tutti i pasti.
Le principali destinazioni delle esportazione includono Giappone, Stati Uniti, Hong Kong e Taiwan con un aumento anche nei paesi UE.
Il Giappone è stato il più grande acquirente di Kimchi, importando 64,9 milioni di dollari dalla Corea del Sud nel periodo gennaio-novembre.
Seguono gli Stati Uniti con 21 milioni di dollari, Hong Kong con 7 milioni di dollari e Taiwan con 5,4 milioni di dollari.
Le esportazioni di Kimchi, la celebre pietanza coreana, hanno raggiunto a settembre livelli record rispetto all’anno precedente.
Il Ministero dell’Agricoltura sudcoreano ha comunicato che tali esportazioni da gennaio a settembre hanno raggiunto il valore di 108,5 milioni di dollari, in aumento del 38,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La performance di questi nove mesi ha eclissato il valore di 104,99 milioni di dollari dello scorso anno e il record annuale precedente stabilito nel 2012 di 106,61 milioni di dollari.
Nel 2012, circa l’80% delle esportazioni di Kimchi era diretto verso il mercato giapponese. Oggi, il numero di mercati esteri di destinazione è aumentato notevolmente, e tra i più importanti troviamo gli Stati Uniti e l’Australia, ma anche l’Europa.
Sempre secondo il Ministero, l’aumento delle esportazioni è dovuto al supporto continuo per collegare i mercati della distribuzione su larga scala e alle promozioni delle vendite.
In un anno difficile come questo, in piena pandemia da Covid-19, il cibo coreano ha guadagnato popolarità globale, anche grazie alle sue importanti proprietà nutrizionali favorevoli per il sistema immunitario.
Oltre al Kimchi, anche le salse tradizionali come il Gochujang (pasta di peperoncino rosso) e la salsa di soia, da gennaio a settembre di quest’anno hanno visto le esportazioni aumentare del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nonostante la crisi sanitaria da nuovo coronavirus, le vendite di autovetture delle aziende sudcoreane sono aumentate del 3,4% il mese scorso rispetto all’anno precedente grazie ad una robusta domanda interna che ha compensato le deboli vendite all’estero.
Le cinque case automobilistiche coreane Hyundai Motor Co., Kia Motors Corp., GM Korea Co., Renault Samsung Motors Corp. e SsangYong Motor Co. hanno venduto complessivamente 678.549 veicoli a settembre, rispetto alle 655.968 unità dell’anno precedente, secondo i dati delle società.
Si tratta di un dato molto confortante per l’economia coreana, in quanto il settore auto è centrale nel sistema industriale del paese e sembra reggere l’urto della crisi economica innescata dalla pandemia.
Stabilità e basso rischio di credito rendono la Corea del Sud un paese e un mercato molto appetibile per le imprese italiane. A conferma di ciò, si veda l’estratto della scheda paese SACE-SIMEST qui sopra (dove il colore verde viene associato a basso rischio e alte opportunità).
Anche secondo la classifica di COFACE Risk la Corea del Sud si attesta ad A3 per il Country Risk Assessment ed A1 per il Business Climate.
A partire dal prossimo mese la Corea del Sud immetterà liquidità per circa 4,12 miliardi di dollari in prestiti di salvataggio per sostenere la catena di approvvigionamento delle industrie chiave colpite dal COVID-19. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il vice Primo Ministro Hong Nam-ki.
Il governo aveva precedentemente lanciato un imponente pacchetto di sostegno finanziario per contenere il colpo della pandemia. Ma l’aiuto è stato criticato dalle imprese per essere ampiamente fuori portata per le aziende con bassi rating del credito.
Con l’ultimo provvedimento lo Stato aumenta le garanzie in favore delle banche che sosterranno le aziende con più bassi livelli di rating.
Secondo un nuovo report della Korea International Trade Association (KITA) la dipendenza commerciale della Corea del Nord dalla Cina ha raggiunto livelli record.
Il rapporto afferma che, anche a causa delle sanzioni economiche internazionali e della sospensione del commercio intercoreano, la dipendenza commerciale della Corea del Nord dalla Cina è salita al 95,2% l’anno scorso. È stata la cifra più alta mai registrata, rispetto al 91,7% nel 2018, e va a confermare un trend ormai ventennale.
Il rapporto afferma inoltre che, a causa del Covid19 il commercio tra Corea del Nord e Cina a febbraio 2020 è diminuito del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
In Corea del Sud, le FEZ (Free Economi Zone) sono delle aree economiche speciali designate per attrarre investimenti esteri migliorando le condizioni commerciali per le società straniere, stabilendo condizioni di vita convenienti e servizi amministrativi di facile utilizzo per attività commerciali più fluide e diversificate. Regole più semplici e chiare e agevolazioni fiscali rendono molto appetibili queste zone speciali.
Il FEZ di Incheon ha un’estensione di circa 132,9 Km quadrati nei comuni di Songdo, Yeongjong e Cheongna, ed include anche l’importantissima area dell’Aeroporto Internazionale e del Porto di Incheon. Rappresenta un hub strategico nel Nord-est asiatico.
Incheon, sulla costa occidentale del paese, funge da porta di accesso a Seoul e a un’area metropolitana con 23 milioni di abitanti, centro dello sviluppo economico e industriale della Corea. Situato a 8 Km dal centro di Incheon e 50 Km dal centro di Seoul, IFEZ è altamente collegato con le principali aree metropolitane a soli 60 ~ 90 minuti di distanza.
Nella giornata di oggi, 22 aprile, il Presidente sudcoreano Moon Jae-In ha annunciato un’energica azione di politica economica per far fronte alla crisi economico-sociale innescata dall’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus. Seppur colpita labilmente dall’epidemia, anche la Corea del Sud deve affrontare problemi come l’aumento della disoccupazione, specie giovanile, e una crescita economica al ribasso in molti settori manifatturieri e commerciali. La manovra straordinaria prevede un pacchetto equivalente a circa 70 miliardi di Euro da destinare alle industrie maggiormente colpite dalla pandemia. Tra i settori considerati strategici, e dunque maggiormente supportati, la logistica marittima, la cantieristica, l’aviazione, la raffinazione di petrolio e l’automotive.
La manovra è necessaria e urgente: le esportazioni sudcoreane hanno registrato una contrazione del 27% su base annua nelle sole prime tre settimane di aprile. L’economia sudcoreana è storicamente trainata dalle esportazioni e, pertanto, la crisi profonda che ha colpito i suoi principali partners e clienti internazionali non può che influire negativamente sulla sua bilancia commerciale. A conferma di ciò: la Cina, principale partner commerciale, ha ridotto gli acquisti dalla Corea del Sud del 17%, e gli Stati Uniti del 17,5%. Le spedizioni verso i paesi dell’Unione Europea sono calate del 32,6%.
Sul fronte della politica monetaria, la Bank of Korea ha, al momento, confermato il tasso di riferimento al minimo storico dello 0,75% questo mese, ma ha già comunicato che valuterà se correggere i tassi a seconda dell’andamento della pandemia, del suo impatto sull’economia domestica e sui mercati finanziari internazionali.
Inoltre, anche la Corea del Sud ha deciso di ricorrere al cosiddetto “helicopter money”, tramite stanziamenti diretti di denaro liquido in favore delle famiglie. Gli stanziamenti avverranno sotto forma di “fondi emergenziali per la mitigazione dei disastri”, ed andranno alla quasi totalità dei nuclei familiari, fatta eccezione per i redditi più elevati. Nello specifico, il piano prevede lo stanziamento di un milione di won (circa 820 dollari) per i nuclei familiari di quattro persone dal reddito lordo pari o inferiore al 70% della media nazionale.
Nel 2019, l’industria cosmetica coreana si è collocata al nono posto nel mercato globale per volume di vendite. Le dimensioni del mercato sono attualmente superiori a quelle di Italia o Russia, e paragonabili a quelle della Francia. La notevole crescita economica della Cina e la diffusione mondiale del K-pop, dal 2010, hanno aiutato l’industria coreana del settore a fare un grande salto in avanti, sino a diventare una delle principali fonti di reddito da esportazioni.
Insieme al volume delle vendite, la quota di mercato ha continuato a crescere costantemente. Dopo l’ingresso nel mercato cinese, i marchi di cosmetica coreani hanno assistito a un importante aumento delle esportazioni dal 2010, ampliando le reti di vendita territoriali anche nel Sud-est asiatico, in Giappone, negli Stati Uniti e nei paesi dell’Unione Europea. I prodotti culturali e di entertainment coreani – K-pop, drama, cinema – che sono cresciuti per anni, ora attirano i giovani fan anche nelle regioni non asiatiche. Le esportazioni di cosmetici e prodotti per la cura della bellezza nel 2018 sono state pari a 6,28 miliardi di dollari, un triplice salto in un periodo di cinque anni a partire dal 2014, rendendo Seoul uno dei quattro principali esportatori di cosmetici nel mercato globale. Le cifre riportate sono addirittura superiori a quelle dell’Italia o del Giappone, da tempo considerate i simboli del business della bellezza in tutto il mondo. Le recenti vendite all’esportazione della Corea sono aumentate del 34,7% negli ultimi cinque anni, mostrando un forte tasso di crescita tra tutti i principali esportatori.
Le tabelle qui sotto sono rappresentative dell’attuale posizione e valore della cosmetica coreana nel mondo.