Le esportazioni sudcoreane di Kimchi sono aumentate sensibilmente nei primi 11 mesi dell’anno grazie alla sua crescente popolarità globale.
Il valore delle esportazioni raggiunge i 132 milioni di dollari nel periodo gennaio-novembre, già superando il totale dello scorso anno, secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Dogane sudcoreana.
Il Kimchi è un contorno tradizionale coreano a base di cavolo fermentato, e viene consumato dai coreani con quasi tutti i pasti.
Le principali destinazioni delle esportazione includono Giappone, Stati Uniti, Hong Kong e Taiwan con un aumento anche nei paesi UE.
Il Giappone è stato il più grande acquirente di Kimchi, importando 64,9 milioni di dollari dalla Corea del Sud nel periodo gennaio-novembre.
Seguono gli Stati Uniti con 21 milioni di dollari, Hong Kong con 7 milioni di dollari e Taiwan con 5,4 milioni di dollari.
Le esportazioni di Kimchi, la celebre pietanza coreana, hanno raggiunto a settembre livelli record rispetto all’anno precedente.
Il Ministero dell’Agricoltura sudcoreano ha comunicato che tali esportazioni da gennaio a settembre hanno raggiunto il valore di 108,5 milioni di dollari, in aumento del 38,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La performance di questi nove mesi ha eclissato il valore di 104,99 milioni di dollari dello scorso anno e il record annuale precedente stabilito nel 2012 di 106,61 milioni di dollari.
Nel 2012, circa l’80% delle esportazioni di Kimchi era diretto verso il mercato giapponese. Oggi, il numero di mercati esteri di destinazione è aumentato notevolmente, e tra i più importanti troviamo gli Stati Uniti e l’Australia, ma anche l’Europa.
Sempre secondo il Ministero, l’aumento delle esportazioni è dovuto al supporto continuo per collegare i mercati della distribuzione su larga scala e alle promozioni delle vendite.
In un anno difficile come questo, in piena pandemia da Covid-19, il cibo coreano ha guadagnato popolarità globale, anche grazie alle sue importanti proprietà nutrizionali favorevoli per il sistema immunitario.
Oltre al Kimchi, anche le salse tradizionali come il Gochujang (pasta di peperoncino rosso) e la salsa di soia, da gennaio a settembre di quest’anno hanno visto le esportazioni aumentare del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nella giornata di oggi, 22 aprile, il Presidente sudcoreano Moon Jae-In ha annunciato un’energica azione di politica economica per far fronte alla crisi economico-sociale innescata dall’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus. Seppur colpita labilmente dall’epidemia, anche la Corea del Sud deve affrontare problemi come l’aumento della disoccupazione, specie giovanile, e una crescita economica al ribasso in molti settori manifatturieri e commerciali. La manovra straordinaria prevede un pacchetto equivalente a circa 70 miliardi di Euro da destinare alle industrie maggiormente colpite dalla pandemia. Tra i settori considerati strategici, e dunque maggiormente supportati, la logistica marittima, la cantieristica, l’aviazione, la raffinazione di petrolio e l’automotive.
La manovra è necessaria e urgente: le esportazioni sudcoreane hanno registrato una contrazione del 27% su base annua nelle sole prime tre settimane di aprile. L’economia sudcoreana è storicamente trainata dalle esportazioni e, pertanto, la crisi profonda che ha colpito i suoi principali partners e clienti internazionali non può che influire negativamente sulla sua bilancia commerciale. A conferma di ciò: la Cina, principale partner commerciale, ha ridotto gli acquisti dalla Corea del Sud del 17%, e gli Stati Uniti del 17,5%. Le spedizioni verso i paesi dell’Unione Europea sono calate del 32,6%.
Sul fronte della politica monetaria, la Bank of Korea ha, al momento, confermato il tasso di riferimento al minimo storico dello 0,75% questo mese, ma ha già comunicato che valuterà se correggere i tassi a seconda dell’andamento della pandemia, del suo impatto sull’economia domestica e sui mercati finanziari internazionali.
Inoltre, anche la Corea del Sud ha deciso di ricorrere al cosiddetto “helicopter money”, tramite stanziamenti diretti di denaro liquido in favore delle famiglie. Gli stanziamenti avverranno sotto forma di “fondi emergenziali per la mitigazione dei disastri”, ed andranno alla quasi totalità dei nuclei familiari, fatta eccezione per i redditi più elevati. Nello specifico, il piano prevede lo stanziamento di un milione di won (circa 820 dollari) per i nuclei familiari di quattro persone dal reddito lordo pari o inferiore al 70% della media nazionale.
Nel 2019, l’industria cosmetica coreana si è collocata al nono posto nel mercato globale per volume di vendite. Le dimensioni del mercato sono attualmente superiori a quelle di Italia o Russia, e paragonabili a quelle della Francia. La notevole crescita economica della Cina e la diffusione mondiale del K-pop, dal 2010, hanno aiutato l’industria coreana del settore a fare un grande salto in avanti, sino a diventare una delle principali fonti di reddito da esportazioni.
Insieme al volume delle vendite, la quota di mercato ha continuato a crescere costantemente. Dopo l’ingresso nel mercato cinese, i marchi di cosmetica coreani hanno assistito a un importante aumento delle esportazioni dal 2010, ampliando le reti di vendita territoriali anche nel Sud-est asiatico, in Giappone, negli Stati Uniti e nei paesi dell’Unione Europea. I prodotti culturali e di entertainment coreani – K-pop, drama, cinema – che sono cresciuti per anni, ora attirano i giovani fan anche nelle regioni non asiatiche. Le esportazioni di cosmetici e prodotti per la cura della bellezza nel 2018 sono state pari a 6,28 miliardi di dollari, un triplice salto in un periodo di cinque anni a partire dal 2014, rendendo Seoul uno dei quattro principali esportatori di cosmetici nel mercato globale. Le cifre riportate sono addirittura superiori a quelle dell’Italia o del Giappone, da tempo considerate i simboli del business della bellezza in tutto il mondo. Le recenti vendite all’esportazione della Corea sono aumentate del 34,7% negli ultimi cinque anni, mostrando un forte tasso di crescita tra tutti i principali esportatori.
Le tabelle qui sotto sono rappresentative dell’attuale posizione e valore della cosmetica coreana nel mondo.
Il “Carnegie Endowment for International Peace”, un celebre think tank americano, ha prodotto il “Korea Net Assessment 2020”, un report molto ampio sull’attuale situazione di difesa e sicurezza nella penisola coreana e sulle possibili evoluzioni future. Il report analizza la situazione attuale anche, ma non solo, sulla base delle valutazioni ufficiali quali i white papers sulla difesa della Corea del Sud e numerosi rapporti pubblicati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, valutazioni che forniscono una panoramica dell’evoluzione dell’equilibrio militare tra le due Coree.
Secondo il report del Carnegie gli aspetti critici sono ancora molti. Ci sarebbe un divario significativo tra le “rosee” valutazioni di Trump e Moon Jae-In sulla possibilità di un accordo nucleare e di una pace duratura sulla penisola e la realtà dei fatti. La situazione militare nella penisola coreana non sarebbe migliorata dall’avvento delle amministrazioni di Trump e Moon. Contrariamente alle dichiarazioni di Trump successive al vertice di Singapore del giugno 2018, secondo cui le armi nucleari della Corea del Nord non rappresenterebbero più una minaccia, sarebbe vero il contrario: l’arsenale nucleare della Corea del Nord ha continuato a crescere. L’esercito nordcoreano non avrebbe mai smesso, inoltre, di accumulare missili balistici, compresi missili balistici sottomarini (SLBM).
Non solo investimenti economici e culturali. La Corea del Sud nel continente africano per contrastare il Covid19. Ne parla questo articolo su The Diplomat Magazine.
Oggi il Tribunale di Seoul ha emesso un mandato di arresto per un uomo sudcoreano accusato di violazione delle regole di autoisolamento. Si tratta della prima detenzione formale per un caso del genere.